Oltre lo Specchio

Nella geometria euclidea sono espressi due postulati: per due punti passa una ed una sola retta; per un punto passano infinite rette. Tra questi due assunti si può collocare il percorso arti­stico di Messina. Coerentemente al primo, da anni li sua ricerca si svolge attorno alle immagini della surrealtà ma, proprio come è dichiarato nel se­condo postulato, dentro questa poetica Messina è capace di molteplici soluzioni. Nella mostra -Oltre lo specchio- presentata presso il Museo della Civiltà Romana in Roma, dove ha e-sposto i suoi ultimi lavori e della quale è stato an­che il curatore, ha raccolto le immagini di vari fo­tografi che nei modi più vari tentano un approc-io che vuole superare il puro dato della realtà da cui parte la fotografia.

Cercare un’unica chiave di lettura non è faccenda comoda e immediatamente si manifesta come re­strittiva e mortificante. La poetica di Messina non desidera certo le esemplificazioni che risultano avvilenti quando la forma espressiva scelta e com­plessa per struttura e significati. Così come analiz­zare dettagliatamente tutti gli elementi che con­corrono all’architettura di queste immagini an­drebbe contro la libertà di interpretazione indivi­duale, che è invece uno dei principali fini che si propone.

Lo spettatore viene spinto a cercare un suo per­corso all’interno di una specie di galleria degli or­rori costruita in forma di messa in scena teatrale. La presenza, tra gli altri elementi, della carne di solito mostrata cruda, o braccia e teste staccate vlal corpo, riproposti in contesti domestici o me­tropolitani, si possono interpretare come metafora della disarticolazione intellettuale a cui si c co-stantemente sottoposti da questa società schizzo-frenica.

Il risultato è un lungo processo dal pre-razionale ali inconscio che proprio per la sua stessa natura e tortuoso, non lineare e ricco di contraddizioni ma dà la possibilità di ampliare il raggio della sensibi­lità guardandosi dentro, senza dimenticare la stretta connessione esistente con il mondo che ci circonda.

Emerge con chiarezza la critica radicale ai mecca­nismi consumistici della società dei mass-media che tende ad omologare l’immaginario individua­le in uno massificato e preconfezionato. In con­trapposizione viene messo l’universo onirico che nella sua essenza difende e garantisce la libertà di espressione di ogni individuo. Immergendosi nel mare di sensazioni create da queste immagini, se ne esce stravolti ma con l’impressione che è anco­ra possibile liberare ed esprimere la propria fanta­sia, oltre le illusioni posticce create dal tele-mer­cato.