Di un libro si può dire: “Questa è carta”, oppure: “Questa è una grande opera d’arte”; si può dire sia una cosa sia l’altra, ma è più giusto indicare il senso spirituale del libro che non la condizione della sua produzione. Si può dire che il Vangelo è mezzo chilo di carta, oppure che il nome di Dio è un suono, ma se da un certo punto di vista si può parlare anche del peso del Vangelo, per esempio contenuto in un pacchetto postale, tuttavia è più corretto riferirsi alla caratteristica più importante, all’anima di questo simbolo. Un fisico può dire: il nome di Dio è un insieme di suoni, si, ma non soltanto di suoni. Dare la precedenza a una verità di rango inferiore, mettere la parte al posto del tutto, è menzogna.
Pavel Florenskij
(da “Il valore magico della parola”)