Quelle immagini erano false anche per un’altra ragione; perché erano necessariamente assai semplificate. Certo quello a cui aspirava la mia fantasia e che i miei sensi non percepivano se non in modo incompleto e senza un godimento attuale, io l’avevo racchiuso nel rifugio dei nomi; certo, poiché vi avevo accumulato dei sogni, essi ora calamitavano i miei desideri; ma i nomi non sono molto vasti; … Anche da una visuale puramente realistica, i paesi che noi desideriamo tengono in ogni istante assai più posto nella nostra esistenza vera dei paesi dove abitiamo in realtà. … Andare agli Champs Elisées, mi fu insopportabile. Se soltanto Bergotte li avesse descritti in uno dei suoi libri, avrei certamente desiderato conoscerli , come tutte le cose di cui era stato inserito il “duplicato” nella mia fantasia. Essa le riscaldava, le faceva vivere, dava loro una personalità, e io volevo ritrovarle nella realtà; ma in quel giardino pubblico niente si riallacciava ai miei sogni.
Marcel Proust da “Alla ricerca del tempo perduto” “La strada di Swann” (parte terza – Il nome dei paesi)