Intramoenia

L’essenzialità è forse la qualità prima percepita nell’approccio all’opera di Alessandro Alimonti. Essenzialità quale espressione assolutamente scarna del necessario e dell’indispensabile. Le forme architettoniche o paesaggistiche colte nella loro pretestuosità ornamentale non rivelano immediatamente la loro verità banale di oggetti alienati dal loro contesto, ma si ri-oggettivizzano, costrette dalla sensibilità dell’autore che piega alla sua volontà le possibilità dell’obiettivo, nell’ambiguità sospesa di una percezione altra straniente, costringendo l’occhio e i sensi dell’osservatore ad una operazione di disvelamento dell’inganno che è operazione di intelligenza e di auto-educazione alla sensibilità visiva.

La fine capacità psicologica dell’autore nell’addentrarsi nei meandri complessi della percezione visiva conduce e costringe l’osservatore ad un esame logico visivo della propria percezione. Nel momento del disvelamento dell’inganno, nel rilassamento dei sensi dopo la tensione dell’incomprensione d’approccio, si rivela tutta la pienezza delle immagini di Alimonti. Pienezza che è dovuta al piacere dell’armonia spaziale ritrovata e rivelata nel suo processo logico, maggiormente goduta per averne alfine compreso il senso profondo. La scelta delle divisioni spaziali, delle linee di forza cosi come delle ombre e delle luci, mai è lasciata al caso, ma razionalmente e rigorosamente voluta. La comprensione di tali meccanismi è parte integrante della bellezza dell’opera, del piacere intellettuale che ci rende in parte partecipi e quasi autori noi stessi dell’opera.

Le opere di Alessandro Alimonti emanano sempre un’aurea di fredda e penetrante bellezza che ci rimanda a rarefatti e lontani “altrove” della nostra mente, ad una sorta di ordine della complessità che sembra preesistere e precedere il caos della nostra vita pulsionale. Le forme essenziali ed assolute create da questo artista con lo stile rigoroso che lo contraddistingue, coniugano nel risultato visivo la complessità dell’operazione percettiva e dell’approssimarsi alla purezza del concetto, con la semplicità della bellezza formale rivelata e della geometrica perfezione maniacalmente dispiegata, in un “insight” che é abbraccio visivo e intellettuale, illuminazione comprensiva del processo logico intuitivo che sottende la bellezza formale.